Tecnologie esponenziali per reinventare i modelli di business. Empowerment e strumenti di lavoro flessibili per i lavoratori. Espansione dell’homeization. Lo smart working non è una soluzione temporanea, ma un salto culturale che cambia le logiche del mercato.
Maurizio Benzi, 12 Maggio 2020
Pubblicato su: Class
Maurizio Benzi racconta a Class quali saranno i passi necessari affinché il mondo del lavoro trasformi un’emergenza sanitaria in un acceleratore di innovazione.
In questo momento tutte le attività legate alla presenza online stanno vivendo una forte crescita. Finita l’emergenza tornerà tutto come prima, o si dovranno inevitabilmente percorrere nuove strade?
Questa crisi cambierà in modo definitivo la nostra vita. Come per l’11 settembre, ci sarà un prima e un dopo. Assisteremo ad una accelerazione di processi già in atto di “homeization” (tutto in casa), dal cinema a Netflix, dai giornali all’informazione online, dai corsi all’eLearning e ai Mooc, dai ristoranti al Food Delivery. Si starà più in casa, usufruendo di servizi basati sul digitale. Questo comporterà anche altri effetti sui modelli economici. Passare da atomi a bit significa passare da ecosistemi basati sulla scarsità a ecosistemi basati sull’accesso e abbondanza.
Coraggio di cambiare e riposizionarsi sul mercato: serve un cambio culturale importante.
Il tempo dei passatisti è al tramonto. Warby Parker ora vale quasi 2 miliardi di dollari. Ha inventato la categoria degli e-commerce integrati verticalmente eliminando gli intermediari, e ha puntato su un “purpose” forte: per ogni paio di occhiali venduti, l’azienda ne regala un paio a una persona bisognosa.
Peloton è una Smart Company americana che ha trasformato biciclette da Spinning in un ecosistema digitale. E’ considerata una via di mezzo tra una Apple e un Netflix del fitness. L’azienda viene valutata 8 miliardi di dollari e ora fa concorrenza ai big del settore.
Un cambio culturale non è forse la richiesta più lenta da attuare su imprese che in Italia sono ancora prevalentemente tradizionali?
In poche settimane è stato fatto un balzo non solo tecnologico, ma anche concettuale, che avrebbe impiegato diversi anni, in particolare in Italia. Lo spazio per aziende che non comprendono le nuove leve strategiche del digitale e non sanno reinventarsi si ridurrà sempre di più.
Può nel giro di qualche mese un’azienda tradizionale trasformarsi in un’impresa del futuro?
In questo momento il digitale è stato il principale alleato di migliaia di imprese. Occorre “pensare digitale” in modo strategico: costruire i propri ecosistemi digitali, prendere decisioni basate sui dati, ripensare ai canali di vendita e di relazione con i clienti. Il futuro è delle Smart Company, aziende che affrontano i cambiamenti impiegando le tecnologie esponenziali reinventando il proprio modello di business.
Grazie a Intelligenza Artificiale, Internet of Things, Big Data, Blockchain in un determinato periodo di tempo raddoppiano le loro prestazioni oppure dimezzano i costi. Si è soliti pensare che queste tecnologie siano in uso principalmente alle grandi imprese come Amazon, Google o Facebook, ma non è così. E i costi calano progressivamente, in 10 anni Droni, Stampanti 3D e Robot Industriali, hanno avuto riduzioni di prezzo dalle 300 alle 800 volte.
Lo smart working sarà una pratica diffusa e più apprezzata in Italia anche nel post-covid?
Sarà molto difficile tornare indietro. Ma lo smart working richiede un pensiero manageriale orientato agli obiettivi, che attraverso maggiore empowerment e nuovi strumenti di lavoro, offra flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi. In questa logica di reciproco vantaggio, si stima un aumento della produttività fino al 15%.
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