La XIV edizione del convegno “E-commerce in Italia”
si è tenuta online il 19 maggio 2020.
Il focus della ricerca è: E-commerce ai tempi del Coronavirus.
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Download PDFL’e-commerce del 2020 sarà un punto di svolta. Le previsioni come ogni anno stimavano una crescita a due cifre come ormai da quindici anni in Italia. L’effetto coronavirus cambierà le carte in tavola. Settori storicamente primi assoluti in classifica come il Turismo scenderanno per la prima volta, mentre altri come i Centri Commerciali e l’Alimentare vedranno crescite a tre cifre. Il problema della crescita per alcuni operatori nel 2020 non saranno i clienti, ma la capacità logistica di fargli fronte.
Molti operatori hanno infatti smesso di pagare pubblicità durante il periodo di quarantena essendo arrivati a saturazione delle capacità operative. Altri esercenti non hanno più prodotti appetibili al momento di crisi. L’Abbigliamento ha visto la sua prima crisi online non avendo possibilità di competere con gli armadi pieni e la possibilità ridotta di poter uscire di casa.
Al netto delle categorie merceologiche in crisi e del calo generalizzato dei consumi, il 2020 è l’anno in cui tutti gli italiani scoprono la possibilità di acquistare online. Gli operatori che sapranno interpretare questo momento potranno raccogliere nuovi clienti da fidelizzare nel tempo. Il 2020 sarà anche l’anno in cui molti esercenti apriranno il canale online inizialmente per poter smaltire il magazzino dei negozi chiusi, ma in seguito per poter competere in un nuovo spazio di domanda che si sta creando: l’acquisto online anche dai negozi locali. Se fino ad oggi era normale ricevere una pizza a casa, da oggi in poi sarà normale ricevere anche un cacciavite.
Alimenti, bevande, supermercati, ristorazione
Polizze, casa, auto, moto
Mobili, articoli per la casa, giardino
Multiprodotto, eBay (B2C)
Home video, libri, musica, software, informazione
Elettrodomestici, hardware, telefonia, fotografia, audio, video
Abbigliamento, calzature, gioielli, occhiali
Profumi, cosmetici, benessere, medicazioni
Scommesse, giochi d'azzardo, giocattoli, articoli sportivi, spettacoli, telefonia
Trasporti, Hotel, Tour operator, Attrazioni
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Il 12% delle aziende italiane opera nell’e-commerce e il 79% di loro lo fa in ambito consumer.
Rispetto all’offline che negli ultimi 10 anni ha visto scomparire circa 63 mila negozi (-11%)1, il Registro Imprese conferma l’andamento dell’e-commerce in Italia: in tutto il 2019, le imprese attive che si sono registrate con codice ATECO 47.91.1 relativo al commercio online (primario o secondario) sono 6.968 ovvero il 20% in più rispetto a quelle registrate nel 2018. Le attività che si registrano con codice primario, indicando dunque come attività principale la vendita online, o che comunque hanno come codice prevalente in termini di fatturato quello e-commerce, sono il 68% (nel 2018 questa percentuale era del 54%)2.
In Italia la diffusione dell’online tra la popolazione dai 2 anni in su ha raggiunto quota 70% registrando, nel mese di dicembre 2019, una media di 41,5 milioni utenti unici nel mese, in linea con lo scorso anno. Il desktop continua a diminuire (da 28,4 milioni di utenti unici a 25,7. In due anni questo dato è diminuito di 10 mila utenti)3. La spesa media per persona all’anno è pari a 668 euro.
Rispetto alla legislazione, dal 2019 per tutti i soggetti passivi che come marketplace e altre piattaforme facilitano la vendita a distanza di beni all’interno dell’UE, è obbligatorio comunicare alla Agenzia delle Entrate alcune informazioni riguardanti i fornitori e le vendite online. In particolare devono essere condivisi i dati anagrafici dei fornitori e il numero totale delle unità vendute in Italia per ciascuno, con anche il prezzo di vendita.
La prima dichiarazione, prevista ad ottobre, riguardava il venduto dei cinque mesi precedenti, per poi diventare una comunicazione trimestrale. Questa operazione consente di monitorare meglio le vendite online di tutte le piattaforme e, in caso non venga effettuata, il soggetto è considerato debitore d’imposta4.
La Web tax è entrata in vigore nel 2020 e si stima che consentirà ingressi per lo Stato Italiano per circa 700 milioni di euro all’anno. La tassa prevede il 3% sui ricavi dei servizi di società tecnologiche che fatturano oltre 750 milioni di euro a livello globale, di cui 5,5 milioni in Italia5. Una sunset clause prevede che questa tassa sarà presente fintanto che non verrà trovato un accordo internazionale per l’introduzione di una tassa standardizzata, che è prevista per fine 2020.
Il 76% degli utenti e-commerce che ha acquistato da mobile nel corso dell’ultimo anno, contro una media europea del 64%.
Il 98% degli utenti ha acquistato tramite marketplace nel corso dello scorso anno e 31,6 milioni di persone hanno acquistato online da siti esteri, in particolare si acquista da Cina, UK, Stati Uniti e Germania6.
Il valore del fatturato e-commerce in Italia nel 2019 è stimato in 48,5 miliardi di euro, con una crescita del 17% sul 2018.
Fonte:
1: Se Roma diventa una “Amazon con il Colosseo”: i costi sociali e ambientali dell’e-commerce, Secolo d’Italia, 2020
2: Telemaco, Sportello telematico per l’accesso al Registro Imprese, Infocamere, 2020
3: Total Digital Audience del mese di dicembre 2019, Audiweb 2019
4: Vendite di beni online: ecco come trasmettere i dati all'Agenzia delle Entrate, Fisco e Tasse, 2019
5: Tutti parlano di web tax, ma a che punto siamo davvero?, Wired, 2020
6: E-commerce in Europe 2019, Postnord, 2019
Variazione % / Fatturato in miliardi di €
Fonte: Casaleggio Associati, 2020Scarica la ricerca completa
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