Pubblicato il: 12 Settembre 2014
I social media influenzano la realtà in cui viviamo. Nonostante l’Italia sia uno dei paesi in Europa con la più scarsa diffusione di internet e della banda larga, gli italiani sono tra le popolazioni che trascorrono più tempo in Rete, soprattutto sui social network. Con una popolazione di oltre 60 milioni di abitanti, l’Italia ha 35 milioni utenti Internet, 26 milioni di utenti Facebook attivi. Una penetrazione dei social del 42%, due punti percentuali in più rispetto la media europea. Ma è il tempo speso sui social media il dato che impressiona, ben 2 ore, circa mezz’ora in più al giorno rispetto la media europea.
In realtà l’impatto dei social, ed in particolare di Facebook, sul singolo individuo non si ferma al tempo speso per interagire con follower, fan ed amici, va ben oltre.
Uno studio di ricercatori dell’Università di Yale, in California, (pubblicato dal magazine scientifico Plos One) ha dimostrato che l’umore di una persona può essere “contagioso” ed influenzare quello di una cerchia di persone a lui vicina. Trasmettendosi in una catena senza fine.
Gli studiosi hanno analizzato circa un miliardo di aggiornamenti di stato Facebook prelevati da 100 milioni di profili anonimi. I post sono stati scritti tra il 2009 e il 2012. Il team di ricercatori ha utilizzato un software di riconoscimento di alcuni termini per classificare le emozioni in negative o positive ed interpretare così l’umore del singolo individuo in un post. I post analizzati sono stati poi classificati come positivi o negativi.
L’analisi ha individuato diversi raggruppamenti dei messaggi. I risultati sono successivamente stati intersecati con il tempo della località in cui sono stati scritti, focalizzandosi su quelli prodotti nei giorni di pioggia.
Il team ha scoperto che nei giorni di pioggia, il numero di stati negativi è aumentato del 1,16%, mentre i messaggi positivi sono diminuiti del 1,19%.
I ricercatori hanno poi esaminato i messaggi scritti dalle cerchie di amici Facebook che vivevano in diverse aree geografiche, dove magari le condizioni metereologiche erano assolutamente favorevoli.
Di qui la dimostrazione di quella che poteva essere semplicemente una supposizione: quando uno amico pubblica qualcosa di negativo in una giornata piovosa, il suo amico che non ha avuto un giorno di pioggia tende a pubblicare anche lui qualcosa di negativo. Il team ha calcolato che per ogni post negativo scritto da un individuo, il numero di posti negativi scritti dai suoi amici Facebook aumenta di un ulteriore 1,29%. Per ogni contributo positivo il dato si attesta invece su un incremento di 1,75% di messaggi positivi scritti dalla sua cerchia di amici.
“Questi risultati implicano che le emozioni stesse possano propagarsi attraverso le reti sociali per generare una sincronia su larga scala che da origine a gruppi di persone felici e infelici” si legge nel rapporto, e prosegue si possono pertanto leggere attraverso Facebook picchi di “emozione globale” che potrebbero generare un aumento della volatilità in tutto, dai sistemi politici ai mercati finanziari”.
Chissà che non sia vero che basti l’ottimismo allora per uscire dalla crisi!!!
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